Di Angelo Longoni
Dal 25/10/2011 al 06/11/2011
Genere n.d.
Al Teatro Belli
Un padre
Una madre
Una figlia
Un incidente stradale, il tempo che si ferma
Tutto l’amore del mondo e tutto il dolore del mondo
Il conflitto di una famiglia come rappresentazione del conflitto di un paese intero
L’Italia, forse più di ogni altro paese di cultura occidentale, è il luogo della separazione netta dei concetti, delle idee e delle convinzioni in modalità spesso semplificate e manichee.
La realtà che viviamo sembra dipendere solo dall’azione di due principi opposti, tra cui esiste un contrasto insanabile e noi tutti sembriamo in grado di vedere il mondo solo in bianco o in nero senza riuscire a concepire altri colori o sfumature.
Ciò ci spinge a dividerci in blocchi contrapposti e ad assumere posizioni intransigenti rispetto ad argomenti complessi e di difficile soluzione.
Anche nelle recenti e tragiche vicenda di Eluana Englaro e i di Piergiorgio Welbi con la complicità dei mezzi di informazione, il popolo italiano, insieme ai suoi rappresentanti politici, si è diviso in due metà contrapposte e incompatibili.
Chi accusava il padre della donna di essere un assassino, chi accusava i suoi detrattori di essere torturatori di un corpo inerme che desiderava solo di essere liberato.
In mezzo a queste due posizione quasi il nulla. E ancora stiamo aspettando una legge “buona” e “giusta” sul trattamento di fine vita. Una legge tanto sbandierata da ogni schieramento quanto in ritardo sulla tabella di marcia di ogni governo.