Di Angelo Savelli e Lucia Poli
Dal 10/01/2012 al 29/01/2012
Genere Commedia
Al Teatro Cometa
Un viaggio estremamente divertente ma anche amaro nella scuola italiana di ieri e di oggi.
Prima Parte.
In una fredda giornata del 1923, a Torino, Enrico Bottini e Carlo Nobis, due ex alunni della scuola Baretti, resa celebre dal libro Cuore di Edmondo De Amicis, s’incontrano a un allenamento di scherma. I due si riconoscono e, anche se controvoglia, finiscono per abbandonarsi a una colorita rimpatriata nella loro infanzia scolastica, fatta di genitori, professori e alunni evocati come in una grottesca passerella felliniana, mentre in scena si materializzano i fantasmi dell’opprimente madre di Enrico e della patetica maestrina della penna rossa. Ma la distanza da quei giorni permette ora ai due uomini di mescolare il naturale rimpianto per la gioventù passata con uno sguardo critico verso il buonismo e il moralismo di quella scuola; sguardo che riprende le impertinenti critiche già mosse da Umberto Eco al libro di De Amicis e che ci mostra la trasformazione della retorica dei valori fondanti della neonata Italia Unita in retorica bellicista dell’Italia fascista.
Seconda parte.
Dieci riforme più tardi, la scuola italiana dell’autonomia, del federalismo, della globalizzazione, ha rinunciato a ogni immagine unificante e a ogni missione formativa nazionale. Sulla scena assistiamo allora, grazie anche al contributo della pungente penna di Stefano Benni, alla comica esibizione, quasi cabarettistica, di una serie di buffi presidi, funzionari e professori di Letteratura, Scienze e Religione, impegnati in un disperato sperimentalismo permanente. E intanto gli alunni cercano rifugio a questo caos surreale, chi nel cinismo giovanilistico e chi in uno strategico autismo. Dopo aver oscillato tra comicità, parodia e satira, lo spettacolo si conclude delicatamente con le note di Paisiello e le parole di Pasolini.