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Li romani in Russia

Di Elia Marcelli

Dal 13/03/2012 al 01/04/2012

Genere Commedia

Al Teatro Cometa
Li romani in Russia

La messa in scena, tratta dall’omonimo poema in versi di Elia Marcelli Li Romani in Russia, illustra l’orrore della guerra attraverso la voce di chi l'ha vissuta in prima persona, come in un ideale incontro tra il mondo delle borgate di Pasolini e le opere di Rigoni Stern e Bedeschi. È un affresco epico che non omette particolari crudi, rimossi dalla storia ufficiale, che diviene quanto mai attuale in un’epoca di “bombe intelligenti” e “guerre umanitarie”.
Lo spettacolo narra le disavventure di Giggi, Mimmo, Peppe, Nino, Nicola e Remo, un gruppo di giovanissimi soldati della Divisione Torino, spediti a morire da Mussolini nella famigerata campagna di Russia (1941-1943), è questo l’episodio più drammatico vissuto dall’esercito italiano nella seconda guerra mondiale. Un esercito di straccioni e sbandati a cui rimangono solo fame, freddo, paura e il sapore di una disfatta: partono 220.000 ragazzi; sulla strada del ritorno dalla Russia ne resteranno circa 90.000. Elia Marcelli è tra i pochi reduci che riportano a casa il dolore, la rabbia e il dovere di testimoniare una scomoda verità, raccontando passo passo la spedizione: la retorica religiosa della guerra giusta, l’addio a Roma, il lungo viaggio a piedi, i combattimenti, l’arrivo del Generale Inverno, il nemico, la solidarietà del popolo russo e l’egoismo assoluto dei soldati che rende l’uomo simile alla bestia, il rispetto del proprio dovere, la ritirata, la disfatta, la morte.
Tra un capitolo e l’altro, ecco irrompere la voce stentorea e fiera dei proclami trionfalistici, tipica dei bollettini della radio di regime e simbolo di una disinformazione sulla quale anche all’epoca si fondava il consenso delle masse. L’appassionante avventura di questi ragazzi, poco più che ventenni, è raccontata con passione, rispettando in maniera assoluta la verità della storia, alternando i registri stilistici, dal grottesco al lirico, dal narrativo al tragico.

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