Di Ludovico Ariosto
Dal 16/02/2012 al 26/02/2012
Genere Commedia
Al Teatro Ambra Jovinelli
Trasferire l’Orlando Furioso in una presenza teatrale è impresa degna di cavalieri erranti, anzi narranti
Stefano Accorsi veste i panni di un simile cavaliere e si cimenta con l’opera ariostesca cavalcando il tema oneroso dell’amore e delle sue declinazioni, amore perso sfortunato vincente doloroso sofferente sacrificale gioioso e di certo anche furioso.
Per star dietro alle tante storie d’amorosi sensi e avventure ad essi corrispondenti, il cavalier narrante dovrà assumere cangianti sembianze, essere al contempo tanti volti e cuori e multiformi voci e diversificati corpi, a volte femminil sostanza, a volte magica, fantasmifera assenza, o per contrasto conturbante presenza.
Nell’entrare e uscire da siffatte presenze, e sopratutto nel dar seguito alla fantasmagorica passione del suo doppio Orlando, il cavaliere Stefano perderà anche suo senno, e cercarlo dovrà in quei luoghi del sogno di cui siam fatti, si sa, come di stoffa, noi attori erranti.
Ad accompagnare la peregrinazion d’amore ci penserà la musica, che lungi dal farsi a sua volta cavaliera servente, costringerà l’attore a duelli e dispute e dissidi e smacchi e scacchi, come presenza assai poco discreta incarnata in vivi corpi musicanti e strumentanti.
Monologando, narrando, melologando, digressionando, le rime ottave del grande poeta risuoneranno in sempre nuove sorprese, in voci all’ascolto inaspettate, in suoni all’orecchio stupiti.
Dicono che a narrare storie il mondo diventi assai meno terribile, e per tal compito, in questi tempi amari dove a parlare sembra essere solo la realtà, ci siam messi all’opera, con passo volatile e leggero, ma per toccare sostanze alte e un sentire sincero. Marco Baliani