Di Massimo Verdastro
Dal 13/04/2012 al 19/04/2012
Genere Spettacolo
Al Teatro Vascello
una visione contemporanea
da Petronio Arbitro
ideato e diretto da Massimo Verdastro
Coordinamento drammaturgico di Luca Scarlini e Massimo Verdastro
con
Tamara Balducci, Francesco Bonomo, Giovanni Dispenza, Daniel Dwerryhouse, Valentina Grasso, Andrea Macaluso, Giusy Merli, Giuseppe Sangiorgi, Alessandro Schiavo
Scene e costumi: Stefania Battaglia
Drammaturgia musicale: Francesca della Monica
Movimenti di scena: Charlotte Delaporte
Luci: Marcello D’Agostino
Regia: Massimo Verdastro
Dal 13 al 19 aprile 2012
Capitolo I – Tra scuola e bordello di Marco Palladini
Capitolo II – Quartilla di Letizia Russo
Capitolo III – La cena del nulla di Massimo Verdastro e Luca Scarlini, con un racconto – Il lupo mannaro di Magda Barile
Dal 20 al 26 aprile 2012
Capitolo V – Naufragar è amar in questo mar di Andrea Balzola
Capitolo VI - Nell’anno di grazia post-naufragium di Lina Prosa
27-28-29 aprile 2012
Capitolo I – Capitolo II – Capitolo III- Capitolo IV - Capitolo V – Capitolo VI
Il “Satyricon” di Petronio è una delle opere capitali della classicità latina; in quello che ci resta del grande romanzo, corre la raffigurazione di una quotidianità che parte e torna alla Suburra, a un luogo che è tanto della mente come del corpo.
Massimo Verdastro ha coinvolto alcuni tra i più significativi drammaturghi italiani - Antonio Tarantino, Lina Prosa, Marco Palladini, Andrea Balzola, Luca Scarlini, Letizia Russo, Magda Barile - nella rivisitazione di numerosi episodi del romanzo, con l’intento di trasformare la scrittura petroniana in scrittura teatrale. L’incontro con questi autori ha prodotto sette testi inediti che sono andati a costituire il tessuto drammaturgico di un Satyricon contemporaneo, articolato in sei momenti teatrali denominati Capitoli.
Un’ operazione che ha consentito di mettere a confronto con l’Ur-testo del Satyricon e con il suo impasto di stili, più sensibilità e modalità di scrittura.
“Ogni autore ha esplorato quelle pagine antiche - sottolinea l’attore e regista Massimo Verdastro - interpretandole in modo personale, ma con l’intento comune di non tradire mai lo spirito di Petronio. Una pluralità di voci quindi, ognuna diversa dall’altra per lingua e stile, come diversi sono le lingue e i generi del Satyricon. Un’occasione unica che ci ha messo in stretto contatto coloro che scrivono il teatro – gli autori- che in questa occasione hanno scritto su invito di chi il teatro lo pratica costantemente. E questo ha permesso una relazione viva, sempre incentrata sul confronto e sulla necessità che si stabiliscono tra attore e autore, ma anche tra chi ha creato le scene e i costumi, le musiche, le luci, i video.”
I singoli Episodi/Capitoli, allestiti dapprima autonomamente e in tappe successive, per la regia di Massimo Verdastro coadiuvato da un creative team interdisciplinare ( Francesca della Monica, cantante e performer, Stefania Battaglia, scenografa e costumista, Charlotte Delaporte, coreografa, Marcello D’Agostino, light designer ) e da un folto gruppo di attori (Tamara Balducci. Francesco Bonomo, Daniel Dwerryhouse, Giovanni Dispenza, Valentina Grasso, Andrea Macaluso, Giusi Merli, Giuseppe Sangiorgi, Alessandro Schiavo), confluiscono adesso, nell’occasione di questa presentazione al Teatro Il Vascello, in un evento di sintesi che accoglie al suo interno tutte le scritture autoriali.
Un viaggio appassionante, che corre parallelo al viaggio sfrenato dei giovani protagonisti di quel capolavoro che qualcuno ha definito “il romanzo crudele della giovinezza”, e non a torto, perché le avventure di Encolpio, Ascilto e Gitone ci riportano prepotentemente a quella condizione umana dove tutto è permesso e dove si ha la convinzione di essere “sani, eterni, invincibili”.
Ma Petronio però ci ricorda che quella stagione è destinata a finire come la vita intera del resto, e allora nel romanzo tutti i personaggi corrono, corrono in una corsa sfrenata contro il tempo, con l’illusione di sconfiggere la morte.
Il Satyricon contemporaneo della Compagnia Verdastro della Monica è nato lontano da logiche di potere o da spartizioni di torte più o meno appetibili; è il risultato di uno sforzo produttivo, non privo di difficoltà, in gran parte della Compagnia, e in parte supportato dalla condivisione e dall’accoglienza di strutture amiche, come il Festival Internazionale Fabbrica Europa di Firenze, la Città del Teatro e il suo Metamorfosi Festival di Cascina (PI), Palermo Teatro Festival, Officina Giovani di Prato, il Teatro delle Donne di Calenzano (FI), Il Centro Amazzone di Palermo e ArtistiperAlcamo.
I Capitolo - TRA SCUOLA E BORDELLO di Marco Palladini
Nella drammaturgia di Palladini, i giovani protagonisti - Encolpio, Ascilto e Gitone - si muovono sulla sfondo di una Roma odierna che diventa luogo emblematico di corruzione e disfacimento di una società che confina al consumo delle merci la ragione d’essere degli uomini. Si parla una lingua che allo stesso tempo è debitrice del romanesco del Belli e della neolingua degli sms.
II Capitolo – QUARTILLA di Letizia Russo
Nell’invenzione teatrale di Letizia Russo, il personaggio di Quartilla, sacerdotessa del dio Priapo, più che mai determinata a punire i profanatori dei suoi riti orgiastici, diventa una sorta di bizzarra highlander, in grado di attraversare le epoche senza mai invecchiare. Recitato interamente in latino maccheronico, il secondo episodio petroniano è scandito da ritmi esuberanti e da piccoli grandi colpi di scena che moltiplicano apparizioni e trasformismi degli esilaranti assistenti di Quartilla, Psiche, Pannuchis e Boy George.
III Capitolo – LA CENA DEL NULLA di Massimo Verdastro e Luca Scarlini
con un racconto – Il lupo mannaro di Magda Barile
In questa rivisitazione del simposio petroniano, Massimo Verdastro e i suoi collaboratori si misurano in maniera più diretta con la parola del romanzo antico.
L’episodio della cena, l’unico che ci è arrivato intero, rivive in una tessitura drammaturgica che, allo stesso tempo, dà conto della farsa e della melanconia che pervadono il suo protagonista – Trimalcione - il cui esibizionismo di sfarzo e di carnalità richiama, anche troppo facilmente, il mondo che oggi vediamo nella finestra della televisione.
IV° Capitolo - LA PINACOTECA DI EUMOLPO di Antonio Tarantino
con un prologo - La Guardiana di Luca Scarlini
L’episodio è ambientato nella pinacoteca, la quintessenza di un museo, dove lo studente Encolpio e il poeta Eumolpo si rifugiano per cercare riparo in vari momenti delle loro vite raminghe. Il filo di un doppio senso cuce i loro discorsi: l’educazione è in primo luogo palestra d’erotismo, in cui il corpo segue le barocche acrobazie della parola. Tramontata l’età dell’oro di cui tutti cianciano, senza tuttavia riuscirne a dimostrare l’esistenza, resta quella sconsolata della merda, girone infernale d’onta e di vergogna.
V Capitolo – NAUFRAGAR È AMAR IN QUESTO MAR di Andrea Balzola
L’imbarco clandestino di Eumolpo, Encolpio e Gitone sulla nave di Lica, losca figura di avventuriero, trafficante di schiavi e di ogni merce commerciabile, accompagnato alla seducente meretrice Trifena, professionista del sesso e della frode, trova un naturale punto di contatto con le tragiche traversate dei profughi clandestini contemporanei, in balìa di criminali senza scrupoli e delle forze impietose del Fato e del Mare.
VI Capitolo – NELL’ANNO DI GRAZIA POST NAUFRAGIUM di Lina Prosa
Lina Prosa rivisita l’episodio finale del Satyricon, il naufragio sulla spiaggia di Crotone, proponendo un testo in due quadri ‘Verso Trimalchiopolis’ e ‘Carmen in fine’.
Nel primo quadro, i due giovani protagonisti, Encolpio e il suo amante Gitone, si scoprono alla deriva in un luogo indecifrabile. Nel secondo quadro, nella città di Trimalchiopolis - banchetto grande quanto una città di una civiltà ingorda, ora distesa di ossa e rottami - il monologo del vecchio poeta Eumolpo, esteta irriducibile e maestro di vizio e di superiore saggezza, segna il malinconico de profundis di una civiltà che agonizza in una risata lubrica.