Di Pippo Delbono
Dal 01/11/2011 al 13/11/2011
Genere N.d.
Al Teatro Argentina
con Dolly Albertin, Gianluca Ballaré, Bobò
Pippo Delbono, Lucia Della Ferrera
Ilaria Distante, Simone Goggiano
Mario Intruglio, Nelson Lariccia
Marigia Maggipinto, Julia Morawietz
Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
con la partecipazione di Alexander Balanescu
scene Claude Santerre
costumi Antonella Cannarozzi
musiche originali Alexander Balanescu
luci Robert John Resteghini
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Théâtre du Rond Point- Parigi, Théâtre de la Place - Liegi, Théâtre National de Bretagne - Rennes
si ringrazia Teatro Pubblico Pugliese e Cinémathèque suisse
Mi avete calpestato, ucciso, strappato, esploso,
ma il mio embrione non è mai stato ucciso
Niente potrà mai soffocarlo
"Ogni mio spettacolo è una tappa che fa parte di un viaggio personale, e di un viaggio nel tempo che ci circonda. Un tempo turbolento, questo, di contrasti, di violenze, di una libertà difficile da conquistare, ma anche di grandi rivolte, un tempo in fiamme.
A volte mi piace pensare di essere già in un tempo nuovo, immaginando che quel tempo oscuro sia rimasto indietro, ma altre volte mi trovo ancora chiuso in una gabbia, asfissiato, dove sembra che non ci sia via d'uscita. Per questo spettacolo ho pensato a un luogo vuoto,come quelle stanze vuote, memoriali di orrori passati, che però portano ancora forti i segni, i colori, gli odori delle prigioni. Ma pensando anche alle stanze della mente svuotate dopo le grida di passione, di amore, di rabbia, di dolore. Un bisogno di lucidità dopo la follia."
Pippo Delbono
Suona forse come limite tra utopia e provocazione, o come una soglia da immaginare e trapassare, il titolo della nuova creazione di Pippo Delbono Dopo la battaglia.
Suona come stridente e tuttavia musicale soprattutto in tempi come quelli turbolenti che stiamo vivendo segnati da grandi stravolgimenti. Eppure nasce proprio da questa presa di coscienza, urgente e necessaria, il rigenerarsi continuo di Pippo
Delbono, artista sensibile e capace di straordinaria visionarietà, il bisogno di cercare una traccia nel segno della ricerca di un nuovo linguaggio.